Movimento Consapevole per Menti Incasinate: Come Iniziare (Senza Aggiungere Stress alla Lista di Cose da Fare)
La tua lista di cose da fare è un papiro infinito che si srotola per tutta la stanza? La tua mente sembra un browser con 50 tab aperte, tutte urgenti, con audio e video che partono in sottofondo a caso? E in mezzo a questo caos digitale e mentale, senti qualcuno che, con voce serafica, ti dice: "Dovresti provare il movimento consapevole". La tua reazione, probabilmente, è un misto tra un'alzata di sopracciglia, un sospiro profondo e il desiderio di lanciare qualcosa di morbido contro il muro. Aggiungere UN'ALTRA COSA da fare, che suona pure complicata e un po' new age, sembra l'ultima delle priorità.
Lo capisco. Perfettamente. Ma se ti dicessi che il movimento consapevole non è un altro punto da spuntare sulla lista, ma un piccolo tasto "reset" da usare proprio quando il caos prende il sopravvento? E soprattutto, che per iniziare non servono leggins coordinati, un'ora di tempo o la flessibilità di un gatto. Serve solo il tuo corpo, così com'è in questo preciso istante, e forse tre minuti del tuo tempo.
Ok, ma cos'è (e cosa NON è) questo Movimento Consapevole?
Mettiamola in modo semplice, senza fronzoli.
È: prestare attenzione, con curiosità e senza giudizio, alle sensazioni del tuo corpo mentre ti muovi. Punto. È notare come si sentono i tuoi piedi sul pavimento mentre cammini verso la macchinetta del caffè, come si allunga la schiena quando ti stiri dopo due ore di lavoro, come il respiro entra (fresco) ed esce (tiepido). È una pratica di connessione.
NON è: una gara di performance. Non è fare la posa yoga perfetta per Instagram. Non è un allenamento da cui devi uscire distrutto per sentirti soddisfatto. Non c'è un modo "giusto" o "sbagliato" di farlo, perché l'obiettivo non è l'estetica del movimento, ma la qualità dell'attenzione che ci metti.
Il Micro-Rituale per Menti Sovraccariche: 3 Respiri e 1 Stiracchiamento
Se l'idea di iniziare ti sembra già faticosa, prova questo. Adesso. O la prossima volta che ti senti bloccato alla scrivania o appena apri gli occhi la mattina, ancora prima di prendere il telefono.
Fermati. Ovunque tu sia, qualunque cosa tu stia facendo. Smetti di digitare per un istante.
Fai tre respiri lenti. Inspira dal naso contando fino a 3, espira lentamente dalla bocca contando fino a 5. Non devono essere perfetti. Senti solo l'aria che entra, la pancia che si gonfia un po', e l'aria che esce, portando via un briciolo di tensione.
Fai uno stiracchiamento. Uno solo. Quello che ti viene istintivo, quello che il tuo corpo ti chiede. Magari allunghi le braccia verso l'alto come se volessi toccare il soffitto, o inarchi la schiena come un gatto, o ruoti lentamente il collo da un lato e dall'altro.
Fatto. Hai appena praticato il movimento consapevole. È un micro-rituale che dura meno di un minuto e che dice al tuo sistema nervoso: "Ehi, ci sono. Sono qui. Puoi tirare il freno a mano per un secondo".
"Ascolta il tuo corpo": come si fa senza sentirsi stupidi?
"Ascolta il tuo corpo" è una di quelle frasi che suonano bene ma che, all'atto pratico, possono lasciare perplessi. Come si fa? Parla? Ha un podcast?
Iniziamo in modo meno astratto. "Ascoltare" è come allenare un muscolo: all'inizio non senti molto, poi con la pratica diventa più facile. Prova a fare un piccolo "check-in" non giudicante, ponendoti domande semplici.
In questo esatto momento, dove senti tensione? Sulle spalle? Sulla mascella? Stringi i denti? Aggrotti la fronte? Non devi fare nulla, solo notarlo. "Ah, le mie spalle sono di nuovo vicine alle orecchie. Interessante".
Di cosa avrebbe bisogno il tuo corpo adesso, se potesse scegliere? Di allungarsi? Di fare due passi? Di un sorso d'acqua? Ha freddo o caldo? Questa sedia è scomoda?
L'obiettivo non è criticarsi ("Uffa, sono sempre contratto!"), ma diventare curiosi come un bambino che esplora qualcosa per la prima volta. Passare dal giudizio ("dovrei essere più rilassato") alla curiosità ("chissà perché sono così teso oggi") è il primo, gigantesco passo per "ascoltare" davvero.
La Regola dei 5 Minuti per Giornate Caotiche
"Non ho tempo" è il mantra delle nostre vite incasinate. Ma la verità è che proprio nei giorni peggiori, quei 5 minuti fanno la differenza più grande. Non si tratta di trovare 5 minuti per un allenamento, ma per tornare a "sentirti" dentro il tuo corpo, invece di vivere solo nella tua testa.
Mentre aspetti che il caffè sia pronto o che il tè sia in infusione, invece di scrollare il telefono, senti il peso del corpo sui piedi. Prova a spostarlo avanti e indietro, a destra e a sinistra. Senti come cambia l'appoggio.
Metti una canzone che ti piace e muoviti per la stanza per la durata di quel brano. Non devi ballare. Puoi dondolare, saltellare, fare stretching a caso, scuotere le mani e le braccia come se volessi scrollarti di dosso la stanchezza. Chi se ne frega di come appari.
Prima di una riunione stressante o dopo una telefonata difficile, fai il tuo micro-rituale dei 3 respiri e 1 stiracchiamento. Usalo come un punto e a capo tra un'attività e l'altra.
Il movimento consapevole non è un'altra cosa da incastrare nella tua giornata. È un modo diverso di vivere i momenti che già esistono, un invito a essere presenti nel proprio corpo. Inizia in modo piccolo, goffo e incasinato. È infinitamente meglio che non iniziare affatto, ed è un piccolo, radicale atto di gentilezza verso la tua mente affollata.
N.B. L'immagine di questo articolo è generata da Gemini
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